Il Museo civico archeologico del Distretto minerario di Rio nell’Elba offre ai visitatori un percorso con una serie di storie che s’intrecciano con quelle che fin dall’antichità sono state le risorse principali dell’Isola d’Elba: i suoi giacimenti minerari.
Già per la sua posizione panoramica affacciata a nord sul mare e ad ovest sul Monte Giove, dove ancora oggi troneggiano i ruderi dell’antico castello fortificato a difesa delle miniere sottostanti, attraverso lo sguardo invita all’ immaginazione di tempi lontani in cui la zona era ambita per la ricchezza dei suoi minerali e delle sue cave.
E non lontano dalla Valle dove un tempo sorgevano una serie di Mulini, nascosta [e attualmente inaccessibile], si trova la Grotta di San Giuseppe, luogo di sepoltura di una comunità del III Millennio circa a. C.
Sono proprio i corredi funerari di questa antichissima comunità esposti nel Museo a costituire l’inizio del viaggio alla scoperta di millenni di storia.
Numerosi vasi a fiasco e ciotole di varie dimensioni, insieme a punte di freccia in selce, diaspro ed altri oggetti in osso e in bronzo, da caccia e da “guerra” , sono testimonianza di una popolazione ancora in larga parte da scoprire, dato ancora non è stato individuato il luogo dell’antico villaggio.
Il percorso prosegue guidato da pannelli didattici illustrati che conducono il visitatore attraverso secoli di storia che raccontano le tecniche man mano più evolute della fusione e della estrazione dei metalli e, in particolare, del ferro.
Nel Museo il percorso inizia dall’età contemporanea con l’esposizione di circa 200 esemplari di minerali elbani della Collezione delle Gente di Rio, una collezione che gli ultimi minatori di Rio nell’Elba hanno voluto affidare al Comune affinché testimoniassero la storia delle miniere del versante riese e la storia della loro vita, indissolubilmente legata al loro duro lavoro.
La prima tappa archeologica invece è come, già accennato, costituita dai materiali della Grotta di San Giuseppe, seguiti da altri reperti dell’età del Bronzo fino ad arrivare a testimonianze della civiltà etrusca e di quella romana.
Interessanti a questo proposito sono alcuni stucchi della Villa romana di Capo Castello (I sec. d.C. circa) che sorgeva sul promontorio di Cavo, nel Comune di Rio Marina, in una posizione di dominio sul mare, che era destinazione di soggiorni di patrizi romani.
La parte finale del percorso è invece dedicata al tardo medioevo con oggetti rinvenuti sul Monte Serra, Rio nell’Elba, dove si trovava un sito di lavorazione del ferro. Alle pendici del Monte inoltre si trovava anche l’antico villaggio di Grassera, distrutto dai pirati turco-barbareschi nel cinquecento e mai più ricostruito. Ma questa è un’altra storia…